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Confinata dalla più pura ideologia cortese nel ruolo di icona irraggiungibile e disincarnata, dalla morale cristiana nella dicotomia fissa Eva-Maria, pressoché ignorata dalla documentazione coeva, la dama medievale fatica a mostrare il suo vero volto agli intellettuali di oggi. Un excursus nella narrativa cortese dei secoli XII-XIII, ove è proprio la donna ad essere protagonista, permette tuttavia di cogliere in filigrana, al di là dei tòpoi e degli stereotipi letterari, particolari rivelatori della sua condizione e della concezione dell'universo femminile nell'immaginario collettivo contemporaneo. Il quadro che ne risulta, pur fondamentalmente condizionato dalla mentalità maschile degli autori, risulta tutt'altro che piatto e si rivela anzi complesso, dinamico e coerente nelle proprie stesse contraddizioni.